"Questo non è il solito rifacimento di pezzi noti, ma una vera e propria riscrittura creativa…" "Un disco che non ci si stanca di riascoltare e che va annoverato tra i migliori lavori del genere."
Stefano Zenni
Lo swing e' quella cosa che quando non c'e'… si sente.©
"Questo non è il solito rifacimento di pezzi noti, ma una vera e propria riscrittura creativa…" "Un disco che non ci si stanca di riascoltare e che va annoverato tra i migliori lavori del genere."
Stefano Zenni
"…intelligente e atipica scelta di arrangiare per un ensemble di fiati pianoless le opere di un pianista."
Neri Pollastri
"Affascina l'indolenza conferita al classico Take the "A" Train"
JazzIt – Likes it!
"Varieta d'atmosfere, coerenza stilistica, timbrica sfavillante e rara, intensa concisione dei solo, calibrata pienezza degli insieme, fecondia di invenzioni armoniche e ritmiche…"
Paolo Russo
"…La ripartizione dei compiti segue una costante ricollocazione dei vari strumenti nei ruoli, un inseguimento continuo che rende la musica estremamente compatta e fruibile…"
"…il batterista accoglie, nella propria scrittura e negli arrangiamenti, una chiara matrice classica ed eurocolta con una efficace visione di insieme".
Adam D'Amato
"… .Che è uno dei più felici e godibili, intelligenti dischi italiani dell'anno:"
"… Un disco luminoso da riascoltare più volte per il puro piacere della sua swingante, compatta perfezione."
Stefano Zenni
"… eccellente capacità compositiva e di arrangiamento, interessante connubio con una sezione di archi. Tutto merito del batterista Alessandro Fabbri, autore del lavoro e compositore di sei brani su dieci."
Sergio Spada
mensile "Suono"
"… Un musicista che raccoglie le reminiscenze di tanti ascolti; dal bop allo swing e alla classica, creando un mix di gusto e professionalità che ha come caratteristica fondamentale il rispetto per la scrittura musicale."
Michele Manzotti
"… La cura degli arrangiamenti, la varietà dei temi scelti, l'intesa fra i musicisti rendono "Pianocorde" un valido prodotto. L'attenzione al dettaglio, al particolare contribuiscono, infatti, a distinguere e far riconoscere un disco come questo da tanta produzione di musica "in serie", legata agli stereotipi, ai clichè.
Gianni B.Montano per Jazzitalia
"… un disco ad alto contenuto emozionale che unisce i connotati del classico trio jazz batteria-pianoforte-contrabbasso alle movenze di un ensemble d'archi, …"
"… Scrittura di grande coesione e una parte imprescindibile di fantasiosa imprevedibilità fanno di Pianocorde un album equilibrato, compatto, che può mettere d'accordo sia gli amanti del jazz in senso stretto, che gli estimatori di un classicismo più convenzionale."
…"Alessandro Fabbri dimostra che si possono sfruttare gli archi con misura ed intelligenza, senza convogliarli in fondali inutili o trasformarli in orpelli pesanti e mielosi. Oltre al suo magistero percussivo, il batterista fiorentino conferma di possedere doti non comuni di arrangiatore e compositore — suoi sono sei dei brani in scaletta."…
Enzo Boddi per Jazz Colours – maggio 2010
"… L'operazione compiuta da Fabbri in Pianocorde è del tutto contemporanea e attuale: è adatta ai palcoscenici del jazz e della classica ma anche a essere presentata per soundscapes o per operazioni cinematografiche…"
Ernesto De Pascale – JAM
… Così Fabbri sceglie una strada non certo facile: misurarsi con l’utilizzo di strumenti ad arco in un contesto prettamente jazzistico, ed affronta il problema da un punto di vista totalizzante occupandosi della produzione così come della scelta del repertorio dal momento che scrive ben sei pezzi sui dieci eseguiti, e li arrangia tutti e dieci, con risultati che non esiterei a definire eccellenti. Quel che risulta particolarmente convincente in questo album è il perfetto equilibrio, la completa compenetrazione che Fabbri è riuscito a raggiungere fra scrittura e improvvisazione.
Gerlando Gatto
http://www.hetemeel.com/einsteinform.php |
… questo è un lavoro eccellente, ideale per avvicinarsi al linguaggio
jazzistico o per rafforzare le proprie conoscenze in tale materia,
utile per studenti, insegnanti, professionisti e dilettanti…
…I sette pezzi (un paio di blues, un anatol una ballad, un 3/4, un latin, una canzone schema AA tipo ‘Four’ di Miles Davis, per capirci – con tanto di introduzioni, code, obbligati, scambi di batteria, assoli e quant’altro) offrono una casistica molto attendibile di quello che può capitarvi di suonare se avete deciso di darvi al jazz…
Alfredo Romeo, "Percussioni" Febbraio 2006
… Alle composizioni originali di Fabbri (una scrittura davvero felice, inusuale nei batteristi) si affiancano brani di Fats Waller, Duke Ellington e (perchè no?) Frank Zappa, di cui il batterista si appropria per restituirne una esecuzione coerente con il resto dell’ album.
Paolo Peviani, http://italia.allaboutjazz.com
… l’esordio da titolare palesando doti di fine compositore e arrangiatore …Fabbri conferma i tratti distintivi della propria identità di batterista: spiccata capacità di ascolto, grande attenzione alle dinamiche, una scansione sottile, caratterizzata da un tocco leggerissimo sul piatto, infine, dirige il collettivo con una discrezione paragonabile a quella di uno Shelly Manne o di un Chico Hamilton.
Enzo Boddi, "Musica Jazz" Luglio 2005